Giovanna by Katherine J. Chen

Giovanna by Katherine J. Chen

autore:Katherine J. Chen [Chen, Katherine J.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-04-18T12:00:00+00:00


IX

Quando Colet de Vienne rivede Giovanna, le fa un sorriso imbarazzato. E sembra anche un po’ intimorito, come se Giovanna potesse prenderlo e lanciarlo nella stanza come un ammasso di stracci. «Di qua» dice subito, rimbalzando attraverso l’anticamera.

Viene portata in una scena che sembra uscire direttamente da una delle storie di principesse di suo zio. Una donna abbigliata con una veste di seta azzurro martin pescatore siede su una sedia che sembra un trono, con in grembo un indumento scuro. Sembra recitare, con la mano che tiene l’ago ferma a mezz’aria e il filo che penzola. Intorno a lei, come l’esposizione di ricchi indumenti di un mercante, quattro dame di compagnia con indosso sontuosi abiti verdi e gialli, con ampie maniche lunghe e copricapi brillanti tempestati di perle e granati grandi quanto occhi di bue, siedono su alcuni cuscini. Due delle dame stanno rovistando in un forziere e dispongono alcuni gioielli su un vassoio. La terza è chinata su un copricapo di piume grande quanto un cigno; l’ultima cuce.

Per un attimo, Giovanna rimane senza fiato. I cavalieri hanno corazze di acciaio e cotte di maglia, ma quelle donne proteggono i loro cuori con spille di rubini e diamanti a forma di stella. E se i cavalieri hanno gli elmetti, quelle donne indossano le corna. Dalle loro teste si innalzano coni come torri, e da ogni torre ondeggia una bandiera della vittoria, un luccicante velo traslucido così fine e impalpabile che una mano potrebbe attraversarlo come l’aria.

Davanti a un tale consesso, Giovanna si sente a disagio. Lei ha ancora gli stessi abiti di quando ha lasciato Vaucouleurs. Solo adesso nota una brutta macchia sulla sua tunica grigia. Potrebbe essere una macchia di erba, o qualche residuo di escrementi di cane o cavallo. E come le ha detto le Maçon, lei puzza. Dopo aver fatto un inchino, arretra di un passo; non sa cosa fare con le mani o i piedi, che adesso le sembrano sgraziati e grandi. E spera che le donne non comincino a urlare prendendola per un orco spaventoso.

Le donne sembrano capire quello che sta pensando. La guardano con le fini sopracciglia leggermente alzate e accennano un sorriso.

Segue un’esplosione di colore. A un improvviso svolazzo della manica martin pescatore simile a un’ala che si dispiega, le dame di compagnia si alzano in silenzio dai loro cuscini ed escono dalla stanza fluttuando.

«Bene!» dice Iolanda d’Aragona, lasciando cadere a terra l’indumento nell’alzarsi. Le Maçon le aveva detto: “La donna che incontrerai ha molti titoli. Suocera del Delfino. Regina dei Quattro Regni: Aragona, Sicilia, Gerusalemme e Cipro. È pure duchessa d’Angiò e contessa di Provenza, oltre a essere stata un tempo anche reggente di quel posto incantevole”.

Un singolo dito, con una gemma rosso scuro che sporge come una nocca gonfia, le fa segno di avvicinarsi. «Vieni, vorrei vederti meglio» dice la donna.

Giovanna fa un passo avanti. Se il Delfino l’aveva tenuta a distanza per timore di prendersi una malattia o i pidocchi, sua suocera non si fa alcuno scrupolo, allunga le morbide mani e le tasta il collo e le scapole.



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